
Questa mattina, alle ore 08:03 italiane, il razzo New Glenn di Blue Origin ha compiuto il suo attesissimo debutto, decollando con successo dalla storica piattaforma LC-36 a Cape Canaveral, in Florida. Con questo lancio, l’azienda fondata da Jeff Bezos entra ufficialmente nella corsa ai razzi pesanti, segnando un importante passo avanti nel panorama dell’industria spaziale. New Glenn, con il suo design innovativo e le ambiziose capacità, promette di rivoluzionare il trasporto orbitale e le future missioni nello spazio profondo.

Il Lancio di New Glenn: Un Successo che Guarda al Futuro.
Orario di Lancio | 07:03 UTC (08:03 italiane) |
Nome della Missione | NG-1 |
Provider | Blue Origin |
Razzo | New Glenn |
Payload (carico) | Blue Ring Pathfinder |
Location di Lancio | LC-36 Cape Canaveral, Florida |
Destinazione | Orbita Terrestre (19300km x 2400km) |
Obiettivi della Missione:
Con questa missione, Blue Origin ha voluto testare il suo nuovo vettore spaziale orbitale, segnando un passo cruciale nella storia dell’azienda. Fondata nel 2000, Blue Origin ha finora utilizzato principalmente il razzo suborbitale New Shepard per voli turistici sopra la linea di Kármán, a 100 km di altitudine, il confine simbolico che segna l’inizio dello spazio. Tuttavia, non aveva mai raggiunto l’orbita – un traguardo che ha deciso di affrontare con un razzo di dimensioni imponenti: il New Glenn, classificato come un “heavy-class lifter.“
L’obiettivo principale della missione era dunque dimostrare la capacità del razzo di raggiungere l’orbita, trasportando come carico utile il Blue Ring Pathfinder, che rimarrà attaccato al secondo stadio. Come obiettivo secondario, Blue Origin ha tentato di far rientrare il primo stadio su una piattaforma mobile di recupero, chiamata Jacklyn, posizionata nell’oceano Atlantico – una manovra simile a quella del Falcon 9 di SpaceX.
Obiettivi Raggiunti?
Il lancio di New Glenn è stato, nel complesso, un grande successo, anche se non tutto è andato secondo i piani. Il secondo stadio ha raggiunto l’orbita prestabilita, ma durante il rientro del primo stadio, il centro di controllo ha perso i contatti con il booster al minuto +07:55, durante la riaccensione dei tre motori che avrebbero dovuto rallentare il razzo prima dell’ingresso nella parte più densa dell’atmosfera. Questa fase critica è fondamentale per evitare che il razzo si disintegri durante il rientro.
Gli ultimi dati di telemetria ricevuti dal booster segnalavano una velocità di 4.285 M/h (circa 6.896 km/h) a un’altitudine di 84.226 piedi (circa 25,6 km), ma non c’è motivo di allarmarsi. Tentare di atterrare con successo un razzo al primo tentativo è una sfida che solo poche aziende sono in grado di affrontare. Persino SpaceX ha dovuto effettuare numerosi lanci prima di riuscire a far atterrare intatto il Falcon 9. Blue Origin ha dichiarato che analizzerà i dati per perfezionare il razzo e migliorare la sua capacità di riutilizzo.
Per quanto riguarda il payload, il secondo stadio è arrivato in orbita con successo, dove eseguirà una serie di test prima di rientrare e bruciare nell’atmosfera dopo circa sei ore nello spazio.
Arrivare in orbita al primo tentativo non è facile: non basta salire, bisogna anche spostarsi orizzontalmente a velocità straordinarie, raggiungendo i 27.000 km/h. Per riuscirci, ogni fase del volo deve essere perfetta, non semplicemente buona.

Cosa Rende New Glenn un Razzo Rivoluzionario?
Altezza | 98 Metri |
Diametro | 7 Metri |
Stadi | 2 |
Motori | BE-4: x7 (primo stadio) BE-3U: x2 (secondo stadio) |
Potenza | 17,15 MN (primo stadio) 1,4 MN (secondo stadio) |
Capacità di Carico | 45 Tonnellate in LEO 13 Tonnellate in GTO |
Riutilizzabilità | 25 voli (primo stadio) |
Il New Glenn di Blue Origin è classificato come un “heavy-class lifter” grazie alla sua notevole capacità di carico: può trasportare 13 tonnellate in orbita geostazionaria e 45 tonnellate in bassa orbita terrestre (LEO). Con un’altezza complessiva di circa 98 metri e una larghezza di 7 metri, è uno dei razzi più grandi mai costruiti. Il suo design, pensato per il riutilizzo, lo rende un concorrente di Falcon Heavy di SpaceX, sebbene la sua capacità di carico sia inferiore. Infatti, New Glenn ha una capacità di carico che equivale a circa due Falcon 9, che trasportano 8,3 tonnellate in orbita geostazionaria e 23 tonnellate in LEO ciascuno.
Un vantaggio importante di New Glenn, tuttavia, risiede nelle sue dimensioni. I suoi fairing sono significativamente più grandi. Con una larghezza di 7 metri e un’altezza di 21,9 metri, i fairing di New Glenn offrono un volume doppio rispetto a quelli dei razzi Falcon 9 e Falcon Heavy, che hanno fairing da 5 metri di larghezza, permettendo così di trasportare carichi più voluminosi.
Il New Glenn è alimentato da motori di ultima generazione, come i 7 motori BE-4 sul primo stadio, gli stessi utilizzati anche nel nuovo razzo Vulcan di ULA. Questi motori sono in grado di generare più di 17 MN (circa 1,7 milioni di kg) di spinta al decollo e sono progettati per essere riaccendibili e riutilizzabili, utilizzando ossigeno e metano liquido come propellenti.
Il secondo stadio è invece alimentato da 2 motori BE-3U, progettati appositamente per operare nel vuoto, con una potenza totale di 1,4 MN (circa 140.000 kg). Questi motori sono responsabili di circa il 70% del lavoro necessario per raggiungere l’orbita, utilizzando idrogeno e ossigeno liquido come carburante.
Un altro aspetto innovativo di New Glenn è la sua parzialità di riutilizzo. È progettato per sostenere almeno 25 voli, ma per raggiungere questo obiettivo Blue Origin dovrà ancora compiere molte iterazioni e perfezionamenti.
Il primo stadio presenta superfici di controllo aerodinamiche sulla parte superiore, che permettono al razzo di orientarsi durante il rientro in atmosfera, e piedi di atterraggio sulla parte inferiore.

Un Lancio da Ricordare: Le Prospettive per Blue Origin.
Blue Origin è già al lavoro per il prossimo lancio di New Glenn, con l’hardware per il secondo volo del razzo che è attualmente in fase di produzione. L’azienda ha infatti diversi contratti con importanti enti, non solo per il lancio di satelliti, ma anche per missioni ambiziose. Oltre ai contratti con Amazon per il progetto Kuiper, una costellazione di satelliti destinati a fornire internet a banda larga, New Glenn avrà anche l’incarico di lanciare Blue Moon Mark 1 e Mark 2, due lander progettati per il programma Artemis della NASA. Il primo sarà un lander cargo, mentre il secondo sarà destinato al trasporto umano. È un progetto che promette di evolversi per molti anni a venire, e noi siamo pronti a seguire ogni passo di questo emozionante viaggio.
Non Solo Blue Origin: Una Giornata Ricca di Lanci Spaziali
La giornata di oggi è tutt’altro che noiosa per gli appassionati di spazio. Non solo abbiamo assistito al successo del lancio di New Glenn, ma anche sulla rampa di lancio di Boca Chica in Texas, SpaceX si sta preparando per il settimo volo di Starship, programmato per le 23:00 ore italiane di oggi, 16 gennaio 2025. Se sei curioso di saperne di più su questo lancio, abbiamo preparato un articolo che lo approfondisce.